Ritornano in osteria le tre leggende dell’amatriciana, i coristi indiscussi delle nottate brave con Mina e Tigra (le nostre gatte), i dimenticatori seriali di mutande magliette e quant’altro nella stanza degli ospiti, tre tra gli illustri forieri del mai troppo compianto Franco Ferguson, baluardi del Natale, giurati nemici del coniglietto pasquale e delle sue menzogne. Ritornano tre grandi amici, nonché tre grandi musicisti: signori e signore, i LUZ!

LUZ
“…ho letto una volta che gli antichi saggi credevano che nel corpo ci fosse un ossicino minuscolo, indistruttibile, posto all’estremità della spina dorsale. Si chiama luz in ebraico, e non si decompone dopo la morte né brucia nel fuoco. Da lì, da quell’ossicino, l’uomo verrà ricreato al momento della resurrezione dei morti. Così per un certo periodo ho fatto un piccolo gioco: cercavo di indovinare quale fosse il luz delle persone che conoscevo. Voglio dire, quale fosse l’ultima cosa che sarebbe rimasta di loro, impossibile da distruggere e dalla quale sarebbero stati ricreati. Ovviamente ho cercato il mio, ma nessuna parte soddisfaceva tutte le condizioni. Allora ho smesso di cercarlo. L’ho dichiarato disperso finché l’ho visto nel cortile della scuola. Subito quell’idea si è risvegliata in me e con lei è sorto il pensiero, folle e dolce, che forse il mio luz non si trova dentro di me, bensì in un’altra persona.”
(D.Grossman – Che tu sia per me il coltello)
Ma luz vuol dire anche luce, ovviamente.
Per noi luz è quel nocciolo duro e luminoso che nessuno può rubarci, l’hardcore delle nostre esistenze, la forza più grande e più duratura.
Ognuno di noi tre ha portato il suo mondo interiore in questo progetto, fatto di ascolti, letture, visioni e suggestioni talvolta apparentemente inconciliabili. In luz c’è il suono della città che palpita e geme e i silenzi nobili del sud, l’urlo elettrico della contemporaneità e la polvere profumata del passato, la gioia dell’imprevisto e la sfida della scrittura.
l u z:
Giacomo Ancillotto – chitarra, composizioni
Igor Legari – contrabbasso, voce, composizioni
Federico Leo – batteria, percussioni