SMALL PARADISE, un’enciclopedia del beat scritta e orchestrata da tre musicisti come Roberto Buttignol, Aldo Betto e Nicola Dal Bo, che unendo le loro esperienze artistiche “plasmano” una performance che conquista il pubblico, lo coinvolge e cattura, conducendolo in un’esplorazione di suoni, colori ed immagini, a colpi di funk, modern blues e swing fino a sfociare in contaminazioni afro-caraibiche.
Aldo Betto: musicista “fin dalla nascita”, docente in varie scuole di musica (MA2000 a Bologna, dal 2008 Experience Music Academy di Montagnana PD, ecc. ) suona con artisti provenienti da tutte le parti del mondo ma soprattutto si esibisce in ogni angolo di mondo. Accompagna in concerto artisti italiani, europei e americani, tra i tanti: Jason Mraz, James Thompson, Massimo Bubola, Patrizia Laquidara, Federico Stragà, Rosita Kèes, Kirk Smart, Pippo Guarnera, Brendan Gallagher, Brad Myrick, Elijah Reinhart, Raphael Wressnig, Erika Luckett, Chris Howard.. Aldo ha suonato nelle seguenti nazioni: Italia, USA, Germania, Polonia, Svizzera, Slovacchia, Romania, Austria.
Nicola Dal Bo: ha compiuto gli studi musicali presso il Conservatorio di Musica “Benedetto Marcello” di Venezia, conseguendo i diplomi di pianoforte, clavicembalo, didattica della musica ed il diploma accademico di II livello in jazz.Straordinario quando si esibisce con l’hammond, nel suo genere è magistrale e u tasti solleticati dalle sue dita scorrono via in una melodia molto fluida, quasi ipnotica. Ha suonato con: Francesco Bearzatti, Daniele D’Agaro, Ettore Martin, Michele Polga, Enrica Bacchia, Francesca Bertazzo Hart, Elena Camerin, Lorena Favot, Alberto Negroni, Gaetano Valli, Luca Boscagin, Massimo Zemolin, Michele Calgaro, Dario Volpi, Mauro Ottolini, Beppe Calamosca, Leonardo Rigo, U.T. Gandhi, Paolo Mappa, Aljosa Jeriç, Luca Colussi, ecc. Dal ’99 al 2004 è stato pianista presso il Gran Caffè Ristorante Quadri di Piazza San Marco a Venezia; ha collaborato anche con il Gran Caffè Chioggia.
Roberto Buttignol: pordenonese di origine, ama la musica sin dall’infanzia e il suo strumento preferito è la batteria, e quello che racconta lo dimostra: “A 8 anni suonavo la mia batteria immaginaria, in realtà era un cilindro di carta pressata, e le bacchette erano costituite da due ferri da calza di proprietà di mia madre. Ascoltavo un sacco di musica; da Joan Baez ai Cream: mi piaceva un casino. Potevo passare anche 5 ore filate ascoltando i dischi (dei miei fratelli più grandi) e suonando il mio strumento (il famoso cilindro di cartone). Ora suono ancora con la stessa voglia e passione. Sono cambiati i mezzi ma mi sento veramente come allora. Ho la fortuna di suonare con un sacco di musicisti veramente forti ma soprattutto con delle persone meravigliose”.